sabato 24 ottobre 2009

MARZO


MARZO

Marzo non ti smentisci mai: variabile, suscettibile, pazzo per antonomasia. Nei tuoi folli giorni ho trovato l’amore, la passione, la gioia di vivere; nelle tue mistiche notti ho conosciuto la disperazione, l’angoscia, la morte…
Marzo, le tue idi sono create per soffrire. Il rinnovato tepore dà l’illusione di una rinascita - ma trami nuovi sgomenti – e, dalla più intensa sensazione di piacere, porti chi crede in te alla soglia del baratro, alla soglia della follia. Senza vie di mezzo, amante delle passioni forti, mi innalzi per poi distruggermi; mi porti l’amore ma imprevedibile mi inondi di dolore.
A te, marzo, ergo l’altare della vita; a te, porgo la palma della sofferenza.
A te: figlio di Venere con Saturno in agguato, che hai cono-sciuto la mia gioia per poi assaporare il mio sangue, a te marzo, oggi burrascoso e gelido come ieri caldo e gioioso, regalo la mia ultima ora di angoscia, come è giusto che sia.
Mi hai reso grande solo per aumentare la polvere nella mia caduta; con dispetto mi hai tolto quello che mi hai donato, e io, con odio e rancore, ti restituisco parte della mia afflizione, aspet-tando te per morire…

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