lunedì 19 ottobre 2009

NON DIR NIENTE - tratta dalla raccolta "la mia strada aveva l'orizzonte come limite" edito da akkuaria editrice


NON DIR NIENTE


Guardi stupita
l’anonimo passante
che – stanco –
si trascina per strada
con lo sguardo smarrito
nell’immenso vuoto,
e ti è difficile credere
che sia io quell’uomo.

L’uomo
che si credeva grande
che si credeva forte
con te al suo fianco.

Invece non era altro
che l’ingannevole apparenza
che circuisce le menti di chi stolto
non vede oltre la potenza dei suoi sensi.

Il ridicolo è che proprio tu
mi chieda perché io sia ridotto così!
Proprio tu che mi hai rubato l’anima
facendomi smarrire
nell’azzurro dei tuoi occhi:
innalzandomi nelle grandiose sfere
della terrena onnipotenza
per poi lasciarmi sfracellare
sul duro suolo della tua reale consistenza.

No, non dir niente!

Non diresti altro che mere ipocrisie
per giustificare il tuo vacuo atteggiamento.
Ascoltami invece... Ascolta cosa voglio dirti:
ridammi l’anima!
Ridammi l’anima
per quel che vale
– per quel che resta. –

Vestale di un dio infame
scendi dal tetro altare
di questo tempio di menzogna
eretto da chi – come me –
per sé stessi han vergogna.

Scendi e fatti guardare negli occhi.
Fa che io legga la mia stupidità
nelle tue gelide iridi
e abbia l’ulteriore conferma
dell’errore commesso
perdendomi nella tua aura
fecondatrice di inganni.
Destando una buona volta
la mia occultata ragione
che opprime il mio essere
stanco di vagare nell’oscura pazzia
e svegliarsi nella tormentosa notte
con l’impalpabile inconsistenza
della tua pelle sotto le dita.

Squallida visione
di un amore perduto,
di un amore mai avuto,
che non lascia altra scia
se non l’amara bocca
impastata dalla delusione
per averti conosciuta e amata
per un così breve istante.

Magro guadagno
per una vita smarrita
dietro l’assurda illusione
di poterti dire: sei mia!

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